CHI SIAMO/DOVE VENIAMO/DOVE ANDIAMO
By spiritoCHI SIAMO
Pronti……….. Attenti……….Via…..
Partiti !!!
Abbiamo voluto creare questo spazio dedicato al mondo dei distillati che nata come una passione tra le tante è riuscita a trasformarsi in un lavoro ed in una attività commerciale, anche se negli ultimi tempi abbiamo sentito il bisogno di lavorare ad un progetto totalmente indipendente. Questo blog nasce infatti con l’intenzione di occuparci di un mondo complesso e variegato, come pochi, e che (udite udite) rimane ancora tutto da scoprire, raccontare e scrivere. Sul mondo del vino esistono ormai migliaia di spazi a lui dedicati, con la consueta corte di re, regine, vassalli, cavalieri e ….giullari (anche troppi), si è detto tutto ed il contrario di tutto, attraverso libri, riviste, festival e si è creato un indotto di tutto rispetto. Qualche volta hanno anche provato ad occuparsi degli spirits, ma sensa riscuotere particolare successo e finendo per ripetere le solite ovvietà e banalità. E’ proprio questo che ci affascina dei distillati più o meno noti, che sono ancora tutti da scrivere e raccontare, in maniera seria, competente ed esauriente. E’ un mondo ancora a dimensione “umana”, che affonda le proprie radici in tradizioni secolari e che guarda con estrema diffidenza alle “scorciatoie” che il mercato prova ad imporre. Insomma è un mondo (ancora) poco affollato e che conserva egregiamente i suoi quarti di nobiltà che si è saputo conquistare nel tempo e sul campo.
Come si può non restarne affascinati ? Noi cercheremo di descriverlo, raccontando le storie dei suoi produttori, visitando questa o quella distilleria, immergendoci completamente in un mondo fatto di Acqua, Fuoco, Alambicchi, Alchimisti e……Spiriti.
Anche per questo abbiamo voluto differenziare questo spazio da quello legato alla nostra attività, un modo per cercare di mantenere un rapporto di totale indipendenza dagli argomenti trattati. Cercheremo di utilizzare la nostra esperienza e la nostra proverbiale curiosità per andare alla ricerca di risposte che facciamo fatica a trovare, interrogheremo i diretti interessati in modo che siano loro a raccontare come stanno realmente le cose. Ci divertiremo assieme a voi a recensire i prodotti che avranno saputo attirare le nostre simpatie e, senza paracadute, ci lanceremo e metteremo in gioco in un puzzle ancora tutto da costruire. Non parleremo mai di bottiglie che prima non avremo personalmente testato e non consiglieremo mai un prodotto per un motivo commerciale e/o perchè è di moda in quel momento. Cercheremo di svolgere questo compito (gravoso ma piacevole) con gli occhi di un bambino che va alla scoperta del mondo che lo circonda.
Spero che in questo percorso, molti di voi lettori, decidano di “salire a bordo” di questa avventura, trovando il tempo per proporci le proprie riflessioni, consigli, critiche e suggerimenti. Questo è un blog quindi ogni commento è sempre ben gradito.
Ed ora, signori & signore, che il gioco abbia inizio !
DA DOVE VENIAMO
Quando mi capita di inervistare una persona, mi piace fare sempre una domanda in particolare tra le tante :
Si ricorda il “momento” in cui è nata questa passione ? (leggi “illuminazione”)E poi mi metto comodo comodo ad ascolare e lascio che tutto si svolga da se.
Per quanto mi riguarda, mi capita spesso di ripensare alla mia di illuminazione (se vi può interessare andate pure avanti) :
Da “giovincello” ero ormai convinto di essere astemio, alle feste varie, alle cene, i miei coetanei si “riempivano” di qualunque bevanda alcolica, io no. Mi capitava sovente di stare male (bruciori di stomaco, nause, mal di testa) ogni qual volta provavo ad “alzare il gomito”, ero ormai rassegnato, ultimo discendente maschio di una famiglia contadina che da generazioni faceva vino e distillava le vinacce, a non poter portare avanti le tradizioni insegnatemi da mio nonno e mio padre.
Poi una sera di fine estate, un mio amico, di ritorno da un viaggio in Scozia, se ne esce con una bottiglia di whisky (singlemalt invecchiato 10 anni). La bottiglia inizia a “girare” tra di noi, al mio turno ne “tracanno” un goccio e…… non provo affatto quella sensazione di acidità tristemente nota. Quando mi ritorna la bottiglia ne mando giù un sorso copioso e…… mi piace sempre più. L’amico (Simone) decide di riporre la bottiglia al sicuro in macchina, ma io la seguo (la bottiglia) e decido di “approfondire la conoscenza”, in pochi minuti ne bevo a sazietà e con mio stupore mi accorgo che nessuno dei problemi che avevo con gli alcolici si manifesta, niente acidità e bruciore di stomaco, niente mal di testa, niente nause, solo una leggera euforia dato dall’aver ingerito una sostanza alcolica, però un’euforia dolce, delicata, piacevole e non quella “volgare e chiassosa” che avevo sperimentato altre volte.
Quando Simone (sempre meno amico) tornò alla macchina, del suo “prezioso” whisky ne era rimasto ben poco, ma in me si era aperta una nuova consapevolezza, confermata l’indomani mattina quando mi sarei svegliato senza aver nessuno strascico e nessun tipo di disturbo.
A questo punto inevitabili domande e poi supposizioni, risposte, confronti, ecc.., che mixate a quelle tipiche dell’età adoloscenziale decido di risparmiarvi in questa sede. Ma le conclusioni no :
Non ero “malato”, non ero io che avevo dei problemi con le bevande alcoliche, erano semmai queste ultime che non erano tutte uguali (o meglio preparate in modo corretto). In poco tempo mi resi conte che i miei disturbi erano legati alla scarsa qualità dei prodotti che avevo incontrato fino ad allora e che se invece mi ritrovavo a bere da bottiglie di buon livello, quei disturbi non si manifestavano affatto.
Non starò qui ad annoiarvi sulle formule chimiche e sui nomi delle sostanze che si trovano in vini e/o distillati di bassa qualità (reperebili nei supermercati e nel 90% dei locali pubblici) che finivano per darmi i problemi fisici sopra già riportati, ci tengo invece a puntualizzare che la natura, non so per quale motivo, mi ha fornito di un “fisico” completamente incompatibile con bevande alcoliche che non fossero di buona qualità, al di là delle tipologie e varietà quasi infinite che si possono trovare sul mercato.
Potevo ignorare questo dono ? Certo che no !
Da allora nasceva la mia ricerca e passione verso i distillati prima e altre bevande fermentate poi, ricerche che dopo 20 anni ancora porto avanti con la stessa passione di quella sera di fine estate che vi ho appena raccontato.
PS : Badate bene, dalla mia esperienza e dal mio racconto si evince che le bevande alcoliche, “create” il più possibile in maniera sana e naturale, sono meno nocive di quelle, diciamo, industriali per tutta una serie di motivi, anche documentati che non sto ora a raccontare, ma restano sempre bevande alcoliche, cioè il loro uso non deve sconfinare mai in un abuso, perchè è forse vero che la mattina dopo non avrete un forte mal di testa, ma quasi sicuramente avrete rischiato almeno una volta di perderla definitivamente (la testa e/o almeno altre ossa del corpo).
Salute !
DOVE ANDIAMO
Nelle mie “vite passate”, tra i tanti lavori che ho svolto c’è nè uno che mi ha affascinato più di tutti : lo “Street Worker” (o Operatore di strada che dir si voglia).
Una figura un pò strana, che si divertiva ad “inseguire” i personaggi più indecifrabili ed enigmatici della nostra società : una volta erano immigrati, sensa fissa dimora, tossici, reaver, prostitute, adolescenti inquieti, ecc…
Ed è proprio di questi ultimi che voglio spendere due parole (no, non gli ecc…): gli Adolescenti Inquieti, strana tribù, che si muove in bande all’interno delle nostre metropoli, ma che in fondo nessuno sa chi siano, cosa pensano e soprattutto cosa vogliono. Li vedi tutti i giorni a bighellonare seduti sui motorini, sulle panchine di un parco, sulle scalette di un edificio, sempre in compagnie piò o meno numerose, si muovono in “branco” e la sera (loro orario preferito di caccia) si scatenano, dandosi completamente all’adorazione di ritti bacchici (e non solo). Si accoppiano dove capita, sulle poltroncine di una discoteca, in macchina, in casa (quando gli adulti sono fuori) ed in questo momento è la componente femminile quella più attiva e sveglia dal punto di vista sessuale.
Il loro “gergo” è diverso da quelli degli umani adulti e spesso risulta quasi incomprensibile ai non-iniziati della tribù.
Ho avuto modo di raccogliere sul campo, da buon antropologo metropolitano, le loro pulsazioni, i loro desideri, i loro sogni, aspirazioni e tanto altro ancora. Per chi, come me allora, aveva un concetto della vita molto “narcisista” o meglio “sicuro ed autoreferenziale”, tutte quelle informazioni mi lasciavano un pò sgomento, tipico di chi è convinto di avere se non tutte, almeno il 90% delle risposte in tasca.
Del resto il buon Osawa (Filosogo e Gastronauta Giapponese, fondatore della Teoria MacrobioticA), per valutare lo stato di salute di una persona (salute psico-fisica) dava una serie di punteggi (di solito da 1 a 5) per tutta una serie di paramentri, solo per l’ultimo parametro : “Il senso di Giustizia”, dava ben 50 punti (come a dimostrare che averlo in funzione è veramente difficile).
Il compito di un buon operatore di strada era quello di riuscire a leggere ed interpretare i vari, molteplici e incasinati segnali che questi “giovinastri” mandavano alla società, per riuscire a tradurli in un linguaggio comprensivo agli adulti.
Mi sono perso, e mi sono lasciato prendere la mano dai ricordi, il discorso era iniziato per andare a parare nella seguente direzione :
Quale uso facciano delle bevande alcoliche le nuove generazioni !
Sicuramente distorto, dove troppo spesso il termine uso viene sostutuito da abuso, mettendo in moto tutta una serie di comportamenti poco virtuosi. L’alcol diventa lo strumento con cui reggere i ritimi di una serata moderna, si inizia dall’aperitivo, per passare al vino/birra a casa e a tutti una serie di imbrobabili beveroni nel dopo cena o al bancone di un locale.
La bevanda alcolica non è più il fine di un processo produttivo da poter degustare ed assaporare, da soli o in compagnia, ma è diventata un mezzo per poter inseguire un altro tipo di fine : uno stato alterato di coscenza, che ti mette in condizione di rompere un pò i normali freni inibitori ed al tempo stesso di riuscire a reggere i ritimi di una serata frenetica, dove quello che conta poi non è l’esperienza di sensazioni accumulato e/o provate (difficili da registrare in condizione di euforia alcolica) ma semmai l’apparenza che queste trasmettono agli altri.
Come a dire che certe persone godono di più a raccontare agli amici e conoscenti di una bella scopata, per potersene vantare e “acquistare punti” sulla scala sociale, piuttosto che l’atto sessuale in se stesso.
E in tutto questo vortice di sensazioni l’alcol trova il posto di vera e propria colonna sonora, dove, soprattutto per i giovanissimi, la gara a chi ne beve (“regge”) di più diventa una vera e propria inizzazione per stabilire la scala sociale all’interno del gruppo di riferimento e/o appartenenza.
Negli ultimi 20 anni, nelle politiche di prevenzione del disagio giovanile ci si è accaniti contro le droghe più disparate, tralasciando l’abuso di alcol, che invece è sicuramente il problema più ampio e diffuso.
Ultimamente mi sono chiesto spesso cosa si poteva fare : mi ricordo che una sera verso le 20 entrarono da me in negozio un gruppetto di ragazzini, sui 17 anni, che con una manciata di spiccioli chiedevano una bottiglia di wodka o rum o altro (ma ben forte) che non costasse più di 10 euro. Alla mia domanda “a cosa servisse” si sono guardati e ridendo mi hanno risposto : “per berla, che altro”. Allora ho proposto loro di prendere una buona bottiglia di vino, che gli consigliavo, e che gli avrebbe insegnato a conoscere meglio questo prodotto, ma loro niente, volevano qualcosa di più forte. Gli ho aggiunto che in ogni caso, visto che erano in tre, una bottiglia di “roba forte” per aperitivo era sicuramente troppo e che, siccome non volevo avere sulla coscienza la possibilità che qualcuno di loro stesse male e/o avesse un incidente, non gli avrei venduto la bottiglia; subito dopo se ne sono usciti dal locale sbofonghiando qualcosa di poco educato nei miei confronti.
Sono perfettamente convinto che al primo alimentari e/o altro negozio trovato abbiano acquistato quella bottiglia, ma mi consolo con l’idea che qualcuno di quei ragazzi, oltre a mandarmi a quel paese, si sia chiesto il perchè non gli abbia voluto vendere quella bottiglia e sulle altre cose che gli avevo aggiunto.
Ecco l’ulluminazione a la risposta alle mie domande : è questo quello che possiamo fare, accendere un campanello nella loro testa, far sapere come certe cose vanno usate e rispettate. Sicuramente sulle prime si faranno una grassa risata ma poi, come un tarlo, spero che quando sarà il momento di fare una scelta, alcuni di loro sapranno fare quella giusta.
Tempo fà mi è capitato di fare una chiaccherata con un assesore che si occupa proprio di questo tipo di politiche : alla mia proposta, di offrirmi come volontario, per lavorare ad una serie di proposte simili a quella sopra descritta, lei a stretto le spalle e mi ha liquidato con uno sprezzante : “lasci questo tipo di lavoro a noi, ai giovani bisogna dare dei divieti e punti fermi, non ha senso raccontare le cose in questo modo, altrimenti trovano sempre delle giustificazioni ai loro problemi”.
Giusto ! Se continuiamo così gli unici “Punti Fermi” che corrono il rischio di “incontrare & capire” (ma allora è troppo tardi) sono gli Alberi & i Lampioni quando, ubriachi, escono di strada.
Qualche anno fà, quando lavoravo come Street Worker mi fu commissionato uno Spot contro l’abuso di Alcol ed io presentai il seguente progetto :
Inizio dello Spot : Una coppia di ragazze adolscenti viene invitata a passare una serata fuori da una coppia di coetanei della scuola (ragazzi molto “ben Visti & famosi” all’interno della scuola). Le ragazze per questo sono molto contente. La sera, si ritrovano tutti e 4 al tavolo di un locale i 2 maschietti iniziano ad ordinare un Drink dietro l’altro (che beveno solo loro). Dopo la mezzanotte sono già “partiti” e le 2 ragazze non sanno più cosa fare (tra l’altro i maschietti iniziano anche a sentirsi male). Vedono in un tavolo dello stesso locale un altra coppia di ragazzi della scuola (non famosi come i primi, diciamo nella media) che stanno bevendo una bottiglia di vino. Si seggono con loro e questi, oltre ad offrirgli un bicchiere di vino passano tutta la serata a spiegare come si fa, come si sentono le differenze, i vari stili, ecc… Passano una bella serata.
Morale e Finale dello Spot : I 4 ragazzi & ragazze verso le 2 escono dal locale e finiscono tutti e 4 assieme nella casa dove vive uno di loro (a fare cosa credo si intuisca con pochi fotogrammi). Mentre lo Spot finisce con la prima coppia di maschietti, che aveva invitato fuori le ragazze, che all’alba ancora “dorme della grossa” in una macchina “posteggiata” sopra una fontana.
Volevo usare come attori i Ragazzi di una scuola superiore. Credo che non ci sia bisogno di spiegare i meccanismi su cui volevamo andare ad agire, giusto ?!? Lo Spot non è mai stato realizzato.
Peccato !!